A Cascio, soprattutto nella campagna, sono ancora oggi ammirabili begli esempi di antiche case, talvolta ben ristrutturate, che presentano le caratteristiche architettoniche tipiche delle costruzioni rurali dei secoli scorsi. Costruite secondo stili avevano una pianta in genere molto semplice, di forma rettangolare, e il materiale di costruzione erano pietre di forma irregolare, tenute insieme da calcina che veniva prodotta in loco, in apposite “fornaci”, sovrapponendo strati di pietra calcarea a strati di legna.
L’aspetto esterno delle case era piuttosto massiccio con muri spessi e finestre piccole, per l’importanza che aveva l'isolamento termico in mancanza di un valido riscaldamento per tutta la casa; porte e finestre erano fornite di stipiti in pietra macigna; la porta, spesso a volta, portava nella chiave d’arco, scolpito nella pietra, uno stemma.
Una caratteristica tipica erano le terrazze, anche una per piano, ben esposte al sole per permettere un migliore essiccamento del grano, granturco, noci ed altri prodotti agricoli. A differenza dei caseggiati agricoli del fondovalle, mancavano le altane, cioè quegli enormi stanzoni all’ultimo piano delle case, ben areati per la quasi assoluta mancanza di pareti. Questa differenza era dovuta al fatto che mentre in pianura, con una maggiore disponibilità di acqua per irrigazione, era fiorente la coltivazione del granturco, e quindi veniva richiesto un vasto ambiente per il suo essiccamento, a Cascio e in genere in collina, la coltivazione del granturco era limitata alle necessità familiari. Davanti alla casa c’era l’aia, uno spiazzo di terra che veniva adoperato per seccarci i prodotti agricoli, per batterci il grano e d'estate... per ballarci.
Per la battitura del grano, per evitare che si sporcasse, l’aia veniva “biutata”, cioè il terreno veniva cosparso con la “biuta”, fatta di sterco secco di vacca sciolto nell’acqua; questo liquido essiccandosi sulla terra formava una patina come catrame.
Entrando all’interno della casa si trovava un ambiente non molto confortevole, essendo le stanze fredde e piene di correnti d’aria, che porte e finestre, non sempre in buono stato, lasciavano passate.
I pavimenti al piano terra erano di mattoni; ai piani superiori invece, erano sempre di legno; fra un piano e l’altro, anch'esse in legno, le scale.
La stanza più rappresentativa era la cucina, era la stanza più grande e intensamente vissuta, la famiglia, in genere numerosa, svolgeva qui tutte quelle attività che si potevano fare in casa; si presentava poco luminosa, con le pareti annerite dal fumo dell’enorme camino che troneggiava nella parete più ampia e che serviva per il riscaldamento dell'intera abitazione, oltre che per cucinare e soprattutto per farci il formaggio.
Qui si svolgeva gran parte della vita di relazione fra i vari componenti, inoltre nelle sere di inverno vi si stava a veglia con i vicini, davanti al fuoco, chiacchierando o ascoltando i racconti dei più anziani. Un’altra stanza ampia era la cantina, luogo destinato alla conservazione dei prodotti alimentari e soprattutto spazio dedicato all’attività di vinificazione: Si trovava al pianterreno o seminterrata, fresca e oscura per una migliore conservazione dei prodotti.